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Industria 4.0 - Vera opportunità

INDUSTRIA 4.0

Poche organizzazioni hanno davvero chiaro che cosa significhi Trasformazione Digitale. Molti progetti malamente organizzati hanno avuto dei risultati mediocri se non nocivi. Per ottenere il massimo da questo utilissimo dispositivo di legge, occorrono conoscenza e capacità organizzativa che difficilmente può stare in capo alla stessa azienda.

Di seguito abbiamo cercato di spiegare come riuscire ad ottenere una trasformazione che porta valore e competitività.

Cos'è e come applicarla in azienda
È la trasformazione digitale di aziende private e pubbliche, grazie all’applicazione di strumenti e tecnologie digitali per lo svolgimento dell’ordinario lavoro. Per ottenerlo, è necessario inserire tecnologie di automazione digitale nello stesso processo di lavoro: questo implica un ridisegno dei processi, che vanno integrati da un percorso di cambiamento del management, finalizzato a vincere le resistenze al cambiamento del personale. Quindi si può dire, che la Digital Transformation è principalmente un ridisegno dei processi lavorativi, con l’introduzione di sistemi di automazione RPA (Robotic Process Transformation), ma anche ricerca e sviluppo di nuovi prodotti e servizi abilitati dalla digitalizzazione, attraverso un percorso crescente verso i sistemi di automazione.

Come fare Digital Transformation in azienda oggiPiramide 4.0

Per non imboccare strade sbagliate, che porterebbero ad un progetto negativo o riduttivo, è necessa effettuare un’attenta valutazione delle iniziative IT da adottare. Una chiara definizione degli obiettivi, un calcolo dell’impatto di business e le giuste competenze nel management, potranno far capire come dobbiamo esattamente agire. L’esperienza che viene dai progetti implementati, dimostra che l’approccio con ipotesi troppo al di là delle reali possibilità (ricerca dell’impossibile) non funziona, mentre le iniziative pianificate e mirate su specifici obiettivi, creano ricadute positive anche più ampie del previsto. Tutto questo è ancora più marcato, quando si modificano i processi fondamentali, che parte da processi separati e inflessibili a una condizione di permanente e pervasiva agilità.

I pilastri per una corretta applicazione nelle imprese 
La sua applicazione poggia su tre componenti: persone, azienda e tecnologia. L’esperienza ormai fatta da anni di attuazione ci dice, che solo l’integrazione di queste componenti, permettere di realizzare pienamente i benefici della trasformazione digitale delle imprese.

Per vere successo nella Trasformazione Digitale un’azienda deve essere capace di cambiare mentalità, strategie e cultura, in moda da riuscire a stare al passo con il continuo mutare delle esigenze. In questo modo, si riesce ad ottenere risultati importanti con un minor sforzo.

Le aziende quindi per essere veramente digitali, e cogliere le numerose opportunità, devono non solo adottare le tecnologie giuste, ma devono adottare una mentalità da mondo digitale. Nella quale sono diversi sia il modo di realizzare e proporre i propri prodotti e servizi, sia il modo di lavorare e collaborare tra team. Altresì, per una trasformazione di questa importanza, occorre che alcune figure aziendali rivestano un ruolo di riferimento: executive, team leader o ambassador, occorre la promozione per un’intensa attività di Digital Transformation management.

Riguarda solo il comparto manifatturiero? 
Questa trasformazione, è in grado di creare, nuove opportunità di business, mettendo di fianco aziende nate nell’era analogica con operatori nativi digitali capaci di proporre servizi innovativi ed esperienze di elevata qualità, innalzando le aspettative dei clienti e dei consumatori.

Tale prospettiva, rende chiaro come la trasformazione digitale riguarda ogni attività imprenditoriale. Coinvolge ogni industria e imprese di ogni dimensione, fino ai professionisti. I primi a trarne beneficio sono senza dubbio, i settori che si interfacciano con cliente, consumatori o utenti.

In questo solco di innovazione, ne fanno parte anche gli enti pubblici, come le amministrazioni comunali, le scuole, le strutture sanitarie, le aziende dei trasporti o comunque tutte le organizzazioni che si interfacciano con l’utenza finale. Il passaggio a sistemi digitali, rende più efficaci il servizio offerto, fa lavorare meglio i dipendenti e risparmiare denaro pubblico.

Cosa occorre? Tecnologia, leadership e formazione
Quello che si evince è che implementare un progetto di Digital Transformation è tutt’altro che semplice. Da indagini eseguite dalle associazioni di categoria, traspare che molte organizzazioni (su scala globale e di ogni industria) alle prese con la trasformazione digitale si dice soddisfatto dei risultati ottenuti. E pochi asseriscono di aver concretamente migliorato le prestazioni e di essere pronto per gestire le innovazioni. In base alle risposte delle aziende intervistate si è preparato una lista di best practice che rendono più probabile il successo dei progetti di Digital Transformation.

Queste buone pratiche ricadono in alcune categorie fondamentali: leadership, modernizzazione dell’IT, cambiamento nel modo di lavorare dei dipendenti grazie agli strumenti digitali, comunicazione trasparente e capillare verso tutti i dipartimenti per condividere e sostenere le nuove strategie.

Elemento distintivo di tutti i progetti di trasformazione digitale di successo è l’impiego di un elevato numero di soluzioni hi-tech: servizi basati sul cloud, tecnologie di mobile internet, tradizionali tecnologie web, Big data e relative architetture (come data lake), Internet of Things, Design thinking, strumenti di intelligenza artificiale, robotica, tecniche avanzate di machine learning neurale, tecnologie di realtà aumentata e manufacturing additivo). Il sondaggio mostra che i vincenti della Digital Transformation traggono vantaggio soprattutto dall’impiego delle tecnologie più sofisticate, come IA, IoT e machine learning. Alle tecnologie affiancano altri elementi, come manager esperti di digitale e aggiornamento delle competenze per i dipendenti.

Cosa si intende per macchina interconnessa?
La Circolare 4E del 30/03/2017 ha chiarito che la caratteristica dell’interconnessione ai sistemi informatici di fabbrica con caricamento da remoto di istruzioni e/o part program è soddisfatta se:

  • il bene scambia informazioni con sistemi interni (es.: sistema gestionale, sistemi di pianificazione, sistemi di progettazione e sviluppo del prodotto, monitoraggio, anche in remoto, e controllo, altre macchine dello stabilimento, ecc.) per mezzo di un collegamento basato su specifiche documentate, disponibili pubblicamente e internazionalmente riconosciute (esempi: TCP-IP, HTTP, MQTT, ecc.);

  • inoltre, il bene deve essere identificato univocamente, al fine di riconoscere l’origine delle informazioni, mediante l’utilizzo di standard di indirizzamento internazionalmente riconosciuti (es.: indirizzo IP).

La parola fabbrica deve essere intesa come un ambiente fisico dove avviene creazione di valore attraverso la trasformazione di materie prime o semilavorati e/o realizzazione di prodotti; per istruzioni si può intendere anche indicazioni, che dal sistema informativo di fabbrica vengano inviate alla macchina, legate alla pianificazione, alla schedulazione o al controllo avanzamento della produzione, senza necessariamente avere caratteristiche di attuazione o avvio della macchina.

In pratica la macchina deve essere dotata di un sistema collegato con la rete aziendale esistente e con alcuni apparati (ad esempio un sistema IPC tipo un Simatic industrial tablet PC, network switch Scalance W, field PC, NETWORK SERVER).

Il piano nazionale?
Il piano Industria 4.0 è stato proposto originariamente a fine 2016 ed aveva l’obiettivo di incentivare gli investimenti delle aziende intecnologie abilitanti kets.1.0 tecnologie ed aumentarne la competitività ed aumentare la spesa delle aziende in ricerca, sviluppo ed innovazione.

Il piano è stato più volte rinnovato cambiando i disposti economici e normativi, per quest’anno e per il periodo 2023-2025.

  • Per le imprese che effettuano investimenti nei beni materiali 0 nel 2022 le aliquote sono:
  • 40% per investimenti fino a 2,5 milioni
  • 20% per investimenti da 2,5 a 10 milioni
  • 10% per investimenti da 10 a 20 milioni
  • Il rinnovo della misura fino a tutto il dicembre 2025, con consegna allungata fino al giugno 2026, prevede aliquote ridotte secondo questo schema:
  • 20% per investimenti fino a 2,5 milioni
  • 10% per investimenti da 2,5 a 10 milioni
  • 5% per investimenti da 10 a 20 milioni
  • Décalage anche per i beni immateriali previsti dall’allegato B. Qui ricordiamo che per il 2021 e il 2022 l’aliquota è fissata al 20%. Il rinnovo prevede
  • 20% per il 2023
  • 15% per il 2024
  • 10% per il 2025.
  • Non c’è invece il rinnovo dell’incentivo per l’acquisto di beni strumentali non 4.0 (ex superammortamento) che sono incentivati ancora per il 2022 al 6%, sia per i beni materiali che immateriali.
  • La proroga per il credito d’imposta per attività di Ricerca, sviluppo, innovazione e design. Rinnovo decennale, fino al 2031, per il credito d’imposta per le attività̀ di ricerca, sviluppo, innovazione e design.

Per il 2022 dunque le aliquote e i tetti sono i seguenti

  • 20% per attività di ricerca e sviluppo con massimale di 4 milioni
  • 10% per attività di innovazione o per attività di design e ideazione estetica con massimale di 2 milioni
  • 15% per attività di innovazione con finalità orientate a un obiettivo di transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0 con massimale di 2 milioni

Poi inizia il décalage. Nel caso delle attività di ricerca e sviluppo si va avanti fino al 2031; nel caso delle attività di innovazione e design fino al 2025. Ecco le aliquote

  • 10% per attività di ricerca e sviluppo con massimale di 5 milioni
  • 5% per attività di innovazione o per attività di design e ideazione estetica con massimale di 2 milioni
  • 10% per attività di innovazione con finalità orientate a un obiettivo di transizione ecologica o di innovazione digitale 4.0 con massimale di 4 milioni

I requisiti
L’Allegato A (beni materiali) elenca 3 CATEGORIE di beni agevolabili:

  • A1: beni strumentali con funzionamento controllato da sistemi computerizzati e/o gestiti tramite opportuni sensori e azionamenti (ad esempio macchine per la produzione, imballaggio, lavorazione, macchine utensili, ecc.);
  • A2: sistemi per l’assicurazione della qualità e della sostenibilità (ad esempio sistemi di sensori, sistemi per la tracciabilità dei prodotti, ecc.);
  • A3: dispositivi per l’interazione uomo macchina e per il miglioramento dell’ergonomia e della sicurezza del posto di lavoro in logica 4.0 (ad esempio sistemi di sicurezza per prevenire infortuni, diminuire errori ed aumentare l’efficienza).

L’Allegato B (beni immateriali), come beni ammortizzabili prevede programmi e applicazioni acquistati da aziende che già investono in beni materiale in logica industria 4.0 (ad esempio software, sistemi e system integration, piattaforme e applicazioni).

Quali sono benefici fiscali di tutto il comparto di sviluppo digitale e a chi vanno chiesti? 
Le misure previste dal Piano Transizione 4.0. a favore della trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi con i seguenti benefici:

Beni strumentali materiali e immateriali

  • 40% del costo per la quota investimenti fino a 2,5 milioni di euro;
  • 20% del costo per una quota investimenti tra i 2,5 e i 10 milioni di euro;
  • 10% di costo per una quota investimenti tra i 10 e i 20 milioni di euro.

Beni strumentali materiali e immateriali 4.0.: 20% del costo nel limite massimo dei costi ammissibili pari ad 1 milione di Euro.
Altri beni strumentali materiali/immateriali: 6% nel limite massimo dei costi ammissibili pari ad 1 milione di euro.

Ricerca & Sviluppo  
bonus pari al 20% delle spese agevolabili nel limite massimo di 4 milioni di euro.

Innovazione tecnologica, green e digitale 
rientrano nella seguente misura le attività finalizzate alla realizzazione e all’introduzione di prodotti/processi nuovi nuovi o significativamente migliorati con il 10% delle spese agevolabili mentre il 15% è dedicato alle attività di innovazione tecnologica finalizzate al raggiungimento della trasformazione dei processi aziendali secondo i principi dell’economia circolare o del paradigma 4.0., nel limite massimo di 2 milioni di euro.

Design e ideazione estetica
Agevolazione riconosciuta in misura pari al 10% delle spese agevolabili con un massimale di 2 milioni di euro.

Formazione 4.0.
confermate le agevolazioni volte a favorire le attività formative riguardanti le seguenti tematiche: big data, analisi dei dati, cloud, fog computing, cyber security, simulazione/sistemi cyber-fisici, prototipazione rapida, sistemi di visualizzazione, realtà virtuale e realtà aumentata, robotica avanzata e collaborativa, interfaccia uomo-macchina, manifattura addittiva, internet delle cose e delle macchine e integrazione digitale dei processi aziendali.

Le agevolazioni 2022 nell’ambito della formazione vengono riconosciute in misura del:

  • 50% delle spese ammissibili e nel limite annuale di €300.000 per le micro-piccole imprese
  • 40% delle spese ammissibili nel limite massimo di €250.000 per le medie imprese
  • 30% delle spese con limite massimo annuale di €250.000 per le grandi imprese
  • estensione fino al 60% nel caso in cui i destinatari della formazione rientrino nella categoria dei lavoratori dipendenti svantaggiati o molto svantaggiati.

A chi va chiesto il benefit
In una semplificazione funzionale, per avere i benefit, non ci sono bandi e sportelli, i soldi non andranno richiesti; al beneficio si accede in automatico in fase di redazione di bilancio e tramite dichiarazione sostitutiva del legale rappresentante o perizia giurata. In pratica l’impresa verserà meno tasse.

 

 

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